Factory – Bari

Recentemente ho rivisto il film Fight Club, quindi sono alquanto suscettibile. Anche il Factory sembra avere delle regole da seguire: se il personaggio di Tyler Durden vietava il passaparola (tanto sapeva che molti lo avrebbero comunque fatto), il Factory non sembra discostarsi molto da questa filosofia vista la sua posizione nascosta e la completa assenza di un’insegna. Per giunta avendo aperto quest’inverno non tutti i siti lo hanno inserito nella lista dei locali.

Eppure ci sono sempre auto in doppia fila, gente sul marciapiede davanti all’ingresso che chiacchiera tra una sigaretta e l’altra, e una volta entrati ci si rende conto che il locale è molto più vivo di quanto lasciasse intendere dall’esterno. Capita di dover aspettare che si liberi un posto al bancone, per poi aspettare che si liberi un tavolo, anche quando è un pigro e apatico giovedì sera.

Il passaparola ha funzionato e la vittoria ai 2night awards ne ha sancito il pieno successo. Come direbbe Alberto Angela, se avete la pazienza di seguirmi vi spiegherò perché questo locale merita più di una visita.

Per l’ambiente hanno adottato uno stile minimal ma originale, un lungo bancone e due sale separate da un paio di gradini, colori predominanti il rosso, sabbia e acciaio scuro. Molti apprezzano lo stile “economico ma sicuramente d’effetto”. Visto che non sono un designer-architetto e non ho assolutamente idea di cosa io abbia appena scritto, preferisco soffermarmi sulla selezione di bottiglie e sugli ingredienti culinari che certamente non sono di bassa qualità.

Il menù propone insalate e panini interessanti, si va da un semplice maxi toast a soli 3 euro ad un corposo Club Sandwich che soddisfa i più affamati, passando per il French Toast (come il maxi toast ma con fontina e uovo fritto sul dorso) e il classico hamburger che naturalmente non ha nulla a che vedere con quel pezzo di plastica che vi propinano nei fast food. Il prezzo massimo è di 5 euro, quindi a meno che non abbiate digiunato nei giorni precedenti sappiate che con una banconota da 5 avete già chiuso il discorso cibo, anche perché coi panini danno il contorno di patate al forno.

A proposito di patate al forno, non dimenticatevi di dare un’occhiata agli antipasti: esistono i freddi e i caldi. Dei caldi spendo qualche parolina per la terrina di salsiccia e uovo, bontà che spero un giorno di poter replicare a casa, e la terrina di patate al forno disponibile in due versioni: terrina classica (indovinate cosa c’è? Patate al forno) oppure con bacon. Quest’ultima è un must, non esagero se dico che ogni tavolo ne ordina almeno una, infatti sono capitate delle serate in cui ormai erano finiti i tocchetti di bacon, una vera tragedia.

Ci sono alternative per i vegetariani (panini con funghi e verdure grigliate) o per i buongustai: pollo girarrosto, mezzo o intero, rispettivamente a 6 e 12 euro.

Chiudiamo il discorso cibo per aprire l’inevitabile discorso bevande. A meno che siate dei cactus, le patate col bacon o il french toast vanno annaffiati con un bel bicchiere di birra, che può chiamarsi Tennent’s Super o Hoegaarden o una buona rossa di cui mi sfugge il nome che per intenderci è quella birra chiara non molto alcolica che viene servita nel suo apposito “secchiello”, un bicchierone da mezzo litro. Tranquilli, si lascia bere facilmente.

La lista delle birre in bottiglia è particolarmente lunga e quella dei cocktail non è da meno, sia tipici che più “originali”, proposti dal locale: al mojito potete sostituire il Moscow Mule, una variante col cetriolo al posto della menta, la cosa può sembrare strana ai più tradizionalisti ma vi assicuro che va provato.

E se proprio volete far arrabbiare Fabrizio (uno dei banconisti) chiedetegli un RGB, cocktail i cui ingredienti vengono inseriti chirurgicamente nel bicchiere per non farli mescolare, anche se a mio avviso il sapore dolciastro rende questo cocktail più bello-da-vedere che buono-da-bere.

Ma visto che ho introdotto Fabrizio e ormai avete già mangiato e bevuto, è giusto passare al capitolo Bancone, che è l’ambiente ideale per prendere un cicchetto prima di chiedere il conto.

Come dicevo all’inizio, la selezione delle bottiglie non è affatto male e riesce a soddisfare un po’ tutti i palati: da quelli più noti e “commerciali” a quelli più ricercati. Un esempio coi whisky: dal Glen Grant al Jack Daniels  [in una nota i proprietari del locale ci fan notare che questi 2 liquori non sono proprio in listino – n.d. Maxx],  per poi giungere al Laphroaig, Caol Ila e infine Ardbeg, il whisky maschio. Per questa sezione fatevi suggerire da Saverio, detto Johnny (oppure Johnny detto Saverio?)

Ci sono le vodka, gli amari (se siete stanchi dello Jager prendete l’Amaro del Capo) e naturalmente i Rum, come quello alla vaniglia o quello con gradazione alcolica 70.

Se amate un cicchetto dolce e che scende facilmente provate la vodka al caramello, 99 persone su 100 ne sono rimaste soddisfatte (e non rompete le palle chiedendomi “sì, ma quell’1 su 100?” non lo so perché non gli sia piaciuto, sono cavoli suoi, è l’eccezione che conferma la regola, ok?!?)

Se si sono fatte le 3 di notte e Saverio Fabrizio e Roberto (e gli altri in cucina o ai tavoli) sono troppo buoni per cacciarvi, abbiate l’accortezza di saldare il conto prima di addormentarvi sul bancone.

Per quanto possiate essere satolli e/o brilli, il conto difficilmente sarà alto: i prezzi sono molto contenuti e non c’è neanche il coperto!

Se proprio volete pagare qualche euro in più lasciate la mancia alle cameriere che sono sempre gentili e carine.

Insomma volendo fare un breve riepilogo:

  • Possibilità di parcheggiare senza troppa difficoltà tra viale Salandra e via Campione;
  • Locale nuovo, ambiente tranquillo e cordiale, le luci non sono soffuse quindi non rischiate di inciampare;
  • Menù sufficiente a soddisfare ogni gusto, gli affamati verranno sfamati;
  • Molto interessanti le birre alla spina, oltre ad una notevole selezione di birre in bottiglia;
  • Degni di nota alcuni cocktail che difficilmente troverete in altri posti;
  • Interessante selezione di alcolici, da bere shot o regular, lisci o con ghiaccio;
  • Prezzi piuttosto contenuti, piatti intorno ai 5 euro e ZERO coperto;
  • Barman simpatici, cameriere gentili, clima molto amichevole

Aspetti negativi? Si rischia di andare nel soggettivo

 

  1. A me per esempio non piace molto l’arredamento, mentre un architetto l’ha osannato non appena entrato
  2. La fontina del french toast non è molto saporita, immagino sia a causa degli altri odori più forti del piatto
  3. Alcune bottiglie finiscono troppo in fretta, una mia amica ha mandato la foto del whisky Ardbeg alla trasmissione Chi l’ha visto
  4. Un mio amico è molto esigente sul Mojito e il Tè Long Island, in compenso va matto per il cetriolo (sto parlando del cocktail al cetriolo, maliziosi!)

Ripeto, è una questione di gusti, per sapere se vi piace c’è solo un modo per scoprirlo… e ricordatevi che il locale è sorvegliato da Chuck Norris (è scritto anche nel menù)

P.S.: ho omesso di fare l’appello ai vari stuzzichini che si possono accompagnare alla birra, come le solite olive, le arachidi, gli anacardi, il mais, il riso soffiato con la paprika, il prosciutto alla barese, ecc… così come ho evitato di parlare di insalate e dolci poiché non li ho ancora provati (o meglio: li ho mangiati tempo fa e ora non ricordo)

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Commento di Simonella


Per me il Factory è tutta un'altra storia... nel 2000, quando avevamo 16 anni, quando avevamo la fortuna di poter ancora giocare per strada, quando la scuola non era una cosa seria, quando tutti gli amici abitavano dalle stesse parti e non si aveva ancora la patente ma solo motorini 50, ecco, in quel periodo il Factory non esisteva, forse nemmeno era tra i progetti e i sogni dei suoi gestori, forse il regolamento condominiale dei palazzi di via Milella non consentiva nemmeno di poter aprire un pub. In quel periodo quella via, quella strada secondaria di Viale Salandra, quasi una strada chiusa che aveva praticamente zero traffico, era il punto di ritrovo di una (non voglio esagerare) trentina di ragazzi, facenti parte di una grande comitiva, che si vedeva puntualmente lì davanti, praticamente tutti i tardi pomeriggi, tutti i sabato e le domenica sera, anche fino a tardi. l'estate ci si vedeva anche di giorno, seduti su quel gradino di Alvi Discount, a fare cosa non si sa. A giocare a pallone, a fare chiacchiere, a progettare vacanze mai fatte, ad aiutare le signore che portavano la spesa, a parlare di calcio e di europei o mondiali, a pensare come svoltare l'estate e le serate, a decidere dove andare, a fare talmente tanto casino con le proprie risate da meritarsi puntualmente gavettoni dai signori del palazzo di su, a scrivere inconsapevolmente la storia di ognuno di noi, a disegnare il nostro futuro. Quello che oggi è la serranda del Factory, prima erano le serrande di un discount. Ma per noi era ed è ancora, tutt'ora, "la piazzetta". Nessuno vede una piazza o spiazzi, effettivamente, in via Milella. Noi si, nella fantasia di sedicenni con la voglia di stare insieme, anche una stradina secondaria diventa una piazza. Abbiamo passato lì i nostri migliori anni, siamo cresciuti insieme ai condomini del numero 17 e del numero 25, conoscendone abitudini e orari. Dopo qualche anno Alvi chiuse, ma noi rimanemmo lì, ancora più comodi, sognando di vedere un pub al posto del supermercato. Si chiamerà la piazzetta, sarà grandissimo, potremmo anche ballare, immagina come sarebbe grande. E per la serie corsi e ricorsi storici, quando ormai di quel gruppo non rimane più niente se non in sporadiche “rimpariate”, ecco spuntare un pub, decisamente diverso rispetto a quello da noi immaginato, ma sicuramente sempre vivamente desiderato. Fa uno strano effetto entrare, i ricordi ti piovono in testa, senti ancora l’odore di quelle estati passate lì, e spesso ti capita di incontrare ancora la gente che frequentava la piazzetta e che sta rivivendo insieme a te uno strano dejavù. Ho sentito con queste orecchie, chiedere ai gestori se in fase di ristrutturazione hanno trovato un proiettile sul soffitto, leggenda metropolitana che serpeggiava tra di noi 10 anni fa. Non so qual è esattamente il senso di questo mio commento, forse per sottolineare come per alcuni un locale, un pub, un posto vale l’altro mentre invece per qualche altra persona anche una serranda anonima può diventare un contenitore colmo di bei momenti. Mi piace immaginare che se oggi alcuni di noi sono promettenti professionisti e stimati padri di famiglia (o ancora studenti in crisi e qualcuno ancora uno sfigato, diciamocelo) mi piace immaginare che sia merito di quella strada là, della genuinità di crescere così, davanti ad Alvi Discount, l'attuale Factory Pub. E mi auguro davvero che nuove generazioni di frequentatori di Via Milella possano crescere come noi, genuinamente, possano trovare un porto sicuro in qualsiasi momento, possano creare un contenitore di ricordi e di speranze in 150 mq.


La parola al Locale

Questo testo ci è stato inviato dai proprietari del locale ad integrazione della nostra recensione.

Gentilissimissimi della redazione di Tu che disc? vorrei ringraziarvi per la magnifica recensione fatta al nostro locale. Io sono Fabrizio del pub Factory (quello che si scoccia a fare i cocktails...) ahahahahh è VERISSIMO!! :) odio con tutto me stesso l'RGB! ma in realtà il mio odio è verso tutti i tipi di cocktail, sono più da BIRRA io! Vi scrivo per segnalare un "errore" noi il Glen Grant e il Jack Daniels non ce l'abbiamo!!!!!! il motivo per cui mancano alcuni liquori...è dovuto al fatto che noi non li prendiamo! mi spiego, noi abbiamo fatto una scelta ponderata riguardo agli alcolici, bottiglie come Jack Daniel's, Pampero, Brugal, Southern Confort...solo per citarne alcune sono ormai di uso comune e reperibili in tutti i locali così come in tutti i grandi supermercati; abbiamo pertanto deciso di differenziarci in modo da offrire ai nostri clienti qualcosa di nuovo, originale e spesso di qualità superiore. Questa nostra scelta mira anche a creare una clientela diversa e più matura rispetto ad altre realtà, questa nostra filosofia si espande anche alla cucina, e per quello che mi riguarda più direttamente alla scelta della musica..... quando è meno bella è perchè è la selezione di Roberto....hahahahahah.... nel complesso cmq grazie siete stati gentilissimi! a presto Fabrizio Ps. Simonetta, grazie del tuo contributo!!!

PROCONTRO
No Coperto - Locale Nuovo - Menu AssortitoArredamento semplice - Alle volte alcuni liquori non sono presenti
Voto
72%

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Indirizzo: Via Luigi Milella 33, Bari
Sito web: http://www.facebook.com/pages/Factory-Pub/137424196344060
Telefono: 328 567 9872
Telefono 2: Non Disponibile
Note:

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